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giovedì 7 gennaio 2010

La Vita Spirituale

L’uomo spirituale.

L’uomo spirituale.

Parlare di spiritualità è innanzi tutto parlare dell’uomo spirituale varrebbe a dire l’uomo nuovo, cioè l’uomo rigenerato in Cristo che vive in Cristo.

L’uomo spirituale è, dunque, un tipo di uomo che non vive secondo la carne ma secondo lo spirito. Carne non vogliamo intendere il corpo, ma vuol indicare un modo totale non solo di essere uomo ma di vivere. Quindi un modo di : ragionare, di scegliere, di decidere, di comportarsi ecc…

Dire uomo spirituale significa dire un tipo di uomo e una fenomenologia.

La spiritualità ha un collegamento all’uomo spirituale e che direttamente dice a questa figura e a questa esperienza.

Ad esempio parlare di spiritualità francescana, ispirarsi a quel tipo di uomo spirituale qual stato Francesco divenendo propria esperienza, cioè vale a dire prendere il suo modo di vivere e di agire e assimilarlo alla propria esperienza e che la vogliono condividerla.

Sarebbe sbagliato partire dai francescani come istituzione per parlare di spiritualità francescana. Bisogna partire dall’uomo spirituale che fu Francesco, per capire il valore permanete nel quale ognuno di noi può trovarsi e ripartire e reinterpretare il proprio cammino spirituale.

L’uomo spirituale è l’uomo della libertà interiore, della libertà spirituale.

L’uomo, concretamente, non è un’entità, un’essenza, ma è situato tra Antico e Nuovo. Ognuno di noi e definito da questi due riferimenti; quando si parla di Antico intendiamo l’Adamo peccatore, che rifiuta, in qualche modo Dio.

Antico è l’essere peccatore ai diversi livelli, anche al di fuori di noi, quando si parla di peccato originale non si allude ad una esperienza, perché il peccato originale non può essere una esperienza; Come facciamo a riconoscere che tendiamo verso l’Adamo peccatore, attraverso gli atti di disobbedienza o rifiuti, ma lo possiamo riconoscere più in profondità li dove sappiamo riconoscere le radici dei nostri atti.

Invece l’uomo Nuovo e il riconoscersi in Gesù, l’Adamo nuovo, è l’essere dell’uomo che è come Cristo, è un passare da Adamo a Cristo, che conduce ad un’esistenza spirituale, cioè possibile dallo Spirito Santo effuso dal Cristo. La dialettica e continua. L’uomo spirituale si costruisce in questa dialettica, per questo la conversione non né solo di un’ istante, o come si suol dire che ci si e arrivati, è una logica sbagliata, quindi non è mai di un momento solo.

La conversione diventa un’ atteggiamento spirituale che non è mai di un momento, ma di tutta una vita,è un itinerario senza fine, un camminare continuo, che va dall’Antico al Nuovo, ogni giorno, con una dialettica continua.

L’uomo spirituale è l’uomo che vive delle virtù teologali, fede, speranza e carità.

L’uomo spirituale è l’uomo che vive in rapporto con la verità nella volontà di dimorarvi, di sapere la verità, il bene la giustizia, , in riferimento a una oggettività che non è riconosciuta come estranea, ma come principio di libertà. Cioè tutto ciò ci fa capire che l’uomo spirituale che vive la fede è colui che crede realmente ciò che Cristo è veramente qual figlio di Dio e lo professa con tutta la sua vita.

La fede di la forza di dire : questo e illusorio, , se non è vero secondo Gesù Cristo è la da la forza, la pace, l’ubbidienza è da il coraggio di dire: prendo i lineamenti di Cristo, Via, Verità e Vita. Questa, in fondo, e l’esperienza della fede. Questa è la grazia della fede.

L’esperienza monastica,, cosi centrato sulla Lection Divina, è un esempio più chiaro di questo modo di costruire l’uomo di fede. Abitare nella parola. Vuol dire vivere il rapporto soggettivo-oggettivo. Uomo- Cristo. Identificarsi con Cristo, la sequela,, l’imitazione di Cristo che traducono in atto , con formule diverse, l’atteggiamento fondamentale e tipico dell’uomo di fede.

L’uomo nuovo è secondo la speranza.

L’uomo nuovo è la speranza. Infatti, lo Spirito, prima che far fare all’uomo un atto di speranza, lo fa speranza, cioè che inizia nell’uomo qualcosa che nel disegno di Dio sarà potato a conclusione. Se ciò non e compiuto cioè non portato a termine potremmo essere solo noi a non portarlo a termine. Lo spirito ci è dato perché l’uomo raggiunga la conclusione cioè vale a dire la risurrezione, la piena libertà di figlio di Dio.

Allora l’uomo nuovo e speranza, l’uomo spirituale è speranza, esprime, vive, testimonia speranza. È già speranza, perché è un inizio che è garanzia del compimento.

L’uomo Spirituale è anche secondo carità. È colui al quale è comandato di amare come Cristo.

Non si tratta semplicemente di essere uomini per gli altri, ma di essere per gli altri come Cristo. Insomma non è possibile realizzare il Vangelo se non si e spinti ad incarnare e rassomigliare fino a interpretare la vita nella donazione di se stessi sull’esempio di Cristo che ha dato la sua vita per noi.

In principio non sta il comandamento, ma la carità che diventa la legge del cristiano. Infatti , la legge del cristiano è la carità e questo perché, prima di tutto, non c’è il comandamento, ma il dono.

Infine si può definire l’uomo spirituale, situato tra <> e <>, come l’uomo il cui cammino è cammino di tensione tra una dialettica di sapienze, di speranze, desideri e di amori.

Non possiamo dimenticare che la croce vera del cristiano è precisamente la croce dell’essere discepolo.

L’ascesi cristiana o è dolce, cioè piena di dolcezza perché vissuta nel primato della grazia, o non è cristiana.

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