Per comunicare con me.

Chi desidera comunicare con me, può scrivermi a :
fratefrancescano@yahoo.com
Cliccando sulle immagini piccole di lato verrete collegati a dei interessanti siti di spiritualità. Pace e bene!


martedì 31 agosto 2010

San Giuseppe da Copertino "protettore degli studenti"

18 SETTEMBRE
San Giuseppe da Copertino protettore particolare degli studenti
Ogni 18 del mese vi aspettiamo nella nostra Chiesa di san Francesco di Assisi a Benevento per celebrare il Mistero dell'amore di Dio, l'Eucarestia per tutti i studenti. Non Mancate! 
San Giuseppe da Copertino nacque in una stalla, come Gesù e come Francesco di Assisi, il 17 giugno del 1603. La troppa bontà di Felice Desa, suo padre, e le troppe sigurtà da lui firmate (le attuali cambiali) per amici bisognosi ma poco fidati, avevano gettata la famiglia nella miseria e il padre a fuggire gli sbirri rifugiandosi nelle Chiese.Come giunse al Sacerdozio è un mistero della grazia di Dio e della sua tenacia. Le notti intere passava nello studio, dopo la giornata di lavoro, pur di riuscire a leggere e a scrivere. Il profitto non era soddisfacente, ma ciò a cui valse fu un ritorno sui suoi passi dello zio Franceschino che cominciava ad aprire gli occhi su le virtù del suo nipote.Il Vescovo di Nardò mons. De Franchis gli conferì gli Ordini Minori nella sua cappella privata e il Diaconato il 20 marzo dell’anno stesso. Due volte superò l’esame prodigiosamente, per intercessione della «Mamma sua». Nel primo esame il chierico Giuseppe avrebbe dovuto leggere, cantare e spiegare un brano dell’Evangeliario. Una notte di preghiera e poi la gioia. Fu interrogato precisamente sul brano che aveva imparato a memoria. L’altra volta si mise in coda e attese. il Vescovo esaminatore di fronte alla scienza dei primi si fidò di tutti. Giuseppe pianse di commozione. Il 28 marzo 1628 fu consacrato sacerdote.Nelle tre camerette adattate per lui, visse sei anni e tre mesi, in lieta conversazione con i suoi fratelli di religione. Poche persone ricevette premunite di permessi e di firme. Non visitò il Convento e la Chiesa che una sola volta e di notte. Nell’orticello adiacente al suo oratorio non scese che poche volte, timoroso di essere osservato dalle abitazioni circostanti. Nel corridoio e nelle stanze dei frati non entrò che per visitare i confratelli ammalati. Eppure la sua anima piena di Dio non conteneva la gioia. Confessava di non essersi trovato bene in nessun posto come in Osimo. Le estasi, i voli, i rapimenti si ripetevano al solo nome di Gesù e Maria. La Messa non durava meno di due ore, rapito come era dal mistero d’amore del suo Dio. Ma ormai l’«asinello» iniziava la salita dell’ultimo monte. Cantava: «Gesù, Gesù, Gesù, / deh,, tirami lassù; / lassù in paradiso / ché là godrò il bel viso; / là ti potrò più amare / e con gli Angeli lodare».

Forse non è facile oggi aver credito tra i ragazzi, proponendo un santo "patrono degli studenti e degli esaminandi". 
Il clima secolarizzato che tira ha fatto piazza pulita delle pratiche devozionali e della fede nella Provvidenza. C'è sempre il sospetto di favorire la passività e la pigrizia. 
Nella giovinezza di San Giuseppe da Copertino c'è dello straordinario nel modo in cui egli superò gli esami per accedere al diaconato e al sacerdozio. 
Il santo attribuì il successo alla Vergine  di cui egli fu teneramente devoto. Ma è evidente che il cielo volle premiare  l'impegno e la diligenza del giovane  fra Giuseppe Desa. 
Egli più incline all'intuizione pratica dovette lottare molto  nello studio nel quale tuttavia si impegnò con costante sforzo. Per questo San Giuseppe è invocato come "patrono degli studenti". Ma non è una delega in bianco nè una scappatoia per i ragazzi pigri e indolenti! Certo che gli esami sono sempre unpericulum
Così che la diligenza nello studio, l'ingegno più sveglio, l'intelligenza più vivace non sono sufficienti per un buon esame. La superbia e l'autosufficienza possono offuscare la mente; l'emozione e il timore possono provocare improvvisa amnesia; le domande a sorpresa possono sconvolgere lo studente più preparato. 
In tali frangenti l'invocazione dell'aiuto divino - tramite l'intercessione di San Giuseppe da Copertino - esprime fiducia in Dio Padre provvidente, umiltà di creatura bisognosa di sostegno, serena coscienza di aver compiuto il proprio dovere.
Il ricorso al santo non fomenta quindi il disimpegno nello studio; al contrario è un libero abbandono nelle mani di Dio.