giovedì 25 novembre 2010
Vivere la Vita!
sabato 13 novembre 2010
Quando amo il Signore?
sabato 16 ottobre 2010
Le Fonti Francescane
martedì 31 agosto 2010
San Giuseppe da Copertino "protettore degli studenti"
mercoledì 28 luglio 2010
La preghiera!
Pregare significa ascoltare Dio che ci parla.
Pregare significa imparare ad ascoltare.
Pregare significa scoprire che Dio ci ama.
Pregare è allo stesso tempo: ascolto del Signore,
mettersi a sua disposizione, lode e azione di grazie, slancio finale, domanda fiduciosa.
Pregare significa accogliere in noi lo Spirito.
Pregare significa lasciarsi rinnovare da Dio.
Pregare significa presentarsi a Dio completamente liberi,
abbandonarsi a lui, pronti a ricevere ogni cosa da lui e dagli uomini.
Pregare significa entrare in relazione con il Dio vivente.
Pregare significa tendere l'orecchio e sforzarsi di percepire
il messaggio di Dio.
Pregare significa impegnarsi totalmente.
Pregare significa credere che in fondo alla strada c'é la luce.
"Venite e vedete" Disse Gesù agli apostoli...
venerdì 25 giugno 2010
L'angolo della preghiera del frate: Viaggio a Gerusalemme
Viaggio a Gerusalemme
lunedì 7 giugno 2010
Il dono dell'Eucarestia.
lunedì 24 maggio 2010
Ciao Marco
sabato 17 aprile 2010
Come fare la Lection Divina
Assume diverse forme:
giovedì 11 marzo 2010
La vocazione francescana
martedì 23 febbraio 2010
sabato 20 febbraio 2010
Chiamatili l'invio
mercoledì 10 febbraio 2010
Il Desiderio di Dio.
(Sant'Anselmo, Proslògion, 1)
Orsù, misero mortale, fuggi via per breve tempo dalle tue occupazioni, lascia per un po' i tuoi pensieri tumultuosi. Allontana in questo momento i gravi affanni e metti da parte le tue faticose attività. Attendi un poco a Dio e riposa in lui.
Entra nell'intimo della tua anima, escludi tutto tranne Dio e quello che ti aiuta a cercarlo, e, richiusa la porta, cercalo. O mio cuore, di' ora con tutto tè stesso, di' ora a Dio: Cerco il tuo volto. ' II tuo volto, Signore, io cerco ' (Sal 26, 8).
Orsù dunque. Signore Dio mio, insegna al mio cuore dove e come cercarti, dove e come trovarti. Signore, se tu non sei qui, dove cercherò te assente? Se poi sei dappertutto, perché mai non ti vedo presente? Ma tu certo abiti in una luce inaccessibile. E dov'è la luce inaccessibile, o come mi accosterò a essa? Chi mi condurrà, chi mi guiderà a essa sì che in essa io possa vederti? Inoltre con quali segni, con quale volto ti cercherò? O Signore Dio mio, mai io ti vidi, non conosco il tuo volto.
Che cosa farà, o altissimo Signore, questo esule, che è così distante da te, ma che a te appartiene? Che cosa farà il tuo servo tormentato dall'amore per te e gettato lontano dal tuo volto? Anela a vederti e il tuo volto gli è troppo discosto. Desidera avvicinarti e la tua abitazione è inaccessibile. Brama trovarti e non conosce la tua dimora. Si impegna a cercarti e non conosce il tuo volto.
Signore, tu sei il mio Dio, tu sei il mio Signore e io non ti ho mai visto. Tu mi hai creato e ricreato, mi hai donato tutti i miei beni, e io ancora non ti conosco. Io sono stato creato per vederti e ancora non ho fatto ciò per cui sono stato creato.
Ma tu, Signore, fino a quando ti dimenticherai di noi, fino a quando distoglierai da noi il tuo sguardo? Quando ci guarderai e ci esaudirai? Quando illuminerai i nostri occhi e ci mostrerai la tua faccia? Quando ti restituirai a noi?
Guarda, Signore, esaudiscici, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te.
Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, ne trovarti
Se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti.
venerdì 29 gennaio 2010
La Preghiera del Padre Nostro.
sabato 16 gennaio 2010
La Presenza di Maria nella mia vita "Sintesi"
Cenacolo Mariano
La “ Presenza di Maria nella mia anima”
Nota introduttiva di fr. Luciano
Oggi vogliamo parlare con l’aiuto di alcune “Testimonianze” come percepire la Sua presenz
a nella nostra anima, liberata da ogni forma di schiavitù del nostro vivere per noi stessi e per una vuota gratificazione del nostro fare.
Iniziamo a dire, sempre in linee generali, che e difficile spiegare con concetti accessibili di
re cosa prova veramente un’anima che vive Maria in se.
Maria non è soltanto la Madre mistica, che mi rigenera in Cristo facendo di me un membro del corpo mistico di Gesù, ma si sperimenta un qualcosa di molto più profondo e intimo in quelle anime che vivono lo Spirito di Maria e della sua presenza, non è un semplice devozionalismo o esibizionismo, ma è un vero e proprio incarnarsi e nutrirsi di Lei sotto i pie
di del Maestro, non dimentichiamo che e stata la prima discepola a seguirlo nell’umiltà e nascondimento.
Non si tratta certo di una presenza materiale e corporale di Maria, quale era possibile durante la sua vita. Ma l’esperienza mariana di cui parlano le fonti, è tutta spirituale. Presenza quindi spirituale. Prima di tutto c’è l’opera della grazia. Per stare nello stato di grazia occorre la docilità di ascolto, apertura di cuore, disponibilità ad accogliere la Parola.
Per concludere questa piccola introduzione diamo la parola ha un gran mariologo nostro confratello P. Ragazzini, che spiega: <
La Madonna, prima di agire in me, quindi di essermi presente come Corredentrice, Mediatrice, come Dispensatrice di grazie, diventa mia mamma e a suo modo, spiega P. Severino, è presente in me come mia mamma. Come mia mamma, mia ha dato la vita, la vita sopranaturale, la quale che mi è comunicata anche dalla sua pienezza di Madre :<
Concludiamo dicendo che e significativa la constatazione che più un’anima cresce in grazia, più si sente intima la presenza di Maria come sua Madre. Qui ci possiamo domandarci: Fino a che punto la Madonna è legata alla vita della grazia nella mia anima
sabato 9 gennaio 2010
Non c'è amore più grande che.....
Meditazione sulla lavanda dei piedi
Non c’è brano più bello e significativo di questo.
In questo brano si rivela chi è Gesù, ed il suo amore per noi.
Nella lavanda dei piedi a confronto degli altri evangelisti, l’evangelista Giovanni presenta l’istituzione dell’Eucarestia, a differenza dell’ultima cena, che in Giovanni non viene rappresentata, non c’è nel vangelo, ma e descritta nella lavanda dei piedi, non c’è la benedizione del pane e del vino, non ci dobbiamo dimenticare che l’Eucarestia e servizio, ringraziamento, dono per gli altri, e non poteva essere descritta meglio della lavanda dei piedi, e un andare incontro altro, farsi prossimo spontaneamente, l’Eucarestia viene narrata nella lavanda attraverso il servizio, il boccone a Giuda, che poi lì lava anche i piedi, con il perdono, perché Dio ama fino in fondo, fino alla fine con amore gratuito.
La lavanda dei piedi è il piegarsi sull’uomo del Signore, qui c’è la vera glorificazione del figlio e del Padre, la lavanda dei piedi non è una umiliazione o abbassamento o un mettersi sotto i piedi degli uomini, ma è un servire regale, questo è il vero scopo di Gesù, servire gli uomini, è l’umiltà di Dio che si fa servizio, che proviene dall’infinito amore verso gli uomini; qui Gesù si presenta e lo conferma di essere lui il Signore e Maestro, ma si presenta sotto la presenza di servitore; (La lavanda dei piedi nell’Antico testamento, in Israele non era un segno di disprezzo era si riservato al servo, ma era un segno di accoglienza, di rispetto, di cura, i piedi servono per camminare, seguire la via, poi si ci lavava i piedi perché erano pieni di polvere, non c’erano le scarpe, al massimo una specie di sandali), è importante capire che la lavanda dei piedi come l’ istituzione dell’Eucarestia, si intravede la glorificazione del Signore, non soltanto nei miracoli e nei prodigi che ha compiuto durante la sua vita, ma la sua più alta glorificazione è proprio la croce, e sulla croce che Gesù ha glorificato il Padre, l’apice della glorificazione e quella essere crocifisso, la vera natura di Gesù e il servire l’uomo, quanto ci viene chiesto di testimoniare la vita in Cristo troviamo sempre una scappatoia, siamo tutti come Pietro, “io ti seguirò fino in fondo”, ma al momento della prova cosa dice “io non conosco quell’uomo”, ma e proprio cosi noi quando siamo presi in un clima di fervore, di entusiasmo, di forte emozione siamo capaci di fare tutto, come Erode che si fece incantare dalla figlia di Erodiade e gli promise tutto, al momento della richiesta si turbò, è come può capitare durante gli esercizi spirituali, lì siamo capaci di fare tutto ma poi una volta finiti cosa succede? Gesù dice io vi ho dato l’esempio, chi vuole seguire Gesù deve essere il servo di tutti, si deve spogliare di se stesso, ecco il significato che si tolse le vesti e si cinge il grembiule, e la spogliazione di se stesso, cosi come sulla croce spogliato di tutto, e per fare questo dobbiamo passare proprio per il venerdì santo, per essere uomini nuovi risorti con Cristo a vita nuova, Francesco ci ha dato un esempio mirabile del suo rinnegare se stesso, andare incontro al lebbroso e lavargli i piedi, curare le ferite, forse non fa anche Gesù cosi con noi? Francesco con la lavanda dei piedi al lebbroso simboleggia proprio l’uomo nuovo, l’uomo che ama ogni fratello, l’uomo che oltre agli schemi del pensiero umano, è l’amore che ha scoperto amando Dio, che lo ama al di sopra di ogni altra cosa, che lo spinge ad andare incontro al fratello; invece noi siamo radicati nelle nostre passioni, nelle nostre logiche, non vogliamo staccarci da questi, invece l’uomo nuovo, la lavanda dei piedi, questo vuol significare andare verso l’altro con amore disinteressato, che non si condiziona per il suo stato e stile di vita, non è facile credetemi fare questo, Gesù che ci dice “Non c’è amore più grande di questo dare la vita per i propri amici”, è l’amore di Dio che ci nutre e ci travolge a fare queste scelte, e il risultato di una vita spesa solo ed esclusivamente per Dio, che ci fa donare con la propria vita per il fratello.
È in questo contesto che ci viene dato il comandamento nuovo, “Amatevi come io ho amato voi”, con quale amore ci ha amati Gesù? Io penso non riusciamo a pensare con quale grado di amore ci abbia potuto amare, perché il suo amore oltrepassa ogni confine, attraversa ogni logica, spalanca le porte di ogni cuore indurito, e quello che siamo chiamati a fare anche noi, andare incontro all’altro. Come possiamo concretizzare questo comandamento? Come attuarlo nella nostra povera vita? Ne saremo capaci di dare tanto amore come il Signore ha amato a noi? Non è facile, ma è possibile! Si può mettere in atto, nel difendere la vita, allontanare i propri interessi, eliminare l’odio, l’invidia, lo scandalo, come si attua nel essere costruttori di pace, ambasciatori di misericordia, donando il perdono reciproco, avere gesti caritatevoli, essere in soccorso al prossimo facendosi difensori, tutto questo e rinchiuso in questo testamento che ci ha lasciato Gesù, nella lavanda dei piedi, dandoci l’esempio e il comandamento di amarci con amore scambievole.
C’è lo conceda per intercessione della beata Maria vergine, eletta dal Padre celeste,che ci insegni Lei ad amare e a saperci donare attraverso la sua scuola di umiltà, di silenzio e di amore. Amen.
Fr. Luciano M.